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~ "Non ci sono tante pietre al mondo!"

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Astrumonio

15 martedì Dic 2015

Posted by In Bocca Al Lupo Express in Un mondo di cialtroni

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Assange, baciapile, cialtroni, Corte Costituzionale, costituzione, Dementia, diritti, diritti civili, discriminazione, Europa, fantasia, gay, Italia, LGBT, libertà, libertà civili, matrimonio, matrimonio omosessuale, mondo, razzismo, religione, schifo, Snowden, unioni civili

Dementia è un luogo strano. Un paese dove ogni aspetto della vita quotidiana, dal lavoro ai trasporti, dalle tasse alle esternazioni dei legislatori, dall’informazione alla giustizia, assume contorni grotteschi e cialtroni, uno stato che riesce a distinguersi in peggio praticamente in tutto. Niente a che vedere con l’Italia, quindi. Un aspetto particolarmente delicato a Dementia sono le libertà civili, figuriamoci che fino a poco tempo fa non era possibile il matrimonio tra persone dello stesso sesso.

Tuttavia, persino a Dementia ogni tanto qualcosa si muove. Recentemente infatti fu introdotto un nuovo tipo di unione civile, atto a regolarizzare le coppie gay. Siccome a Dementia il matrimonio è un’istituzione intoccabile nei suoi principi cattolici (uno potrebbe pensare che in quello strano paese il cattolicesimo sia la religione di stato, ma sorprendentemente non è così, c’è solo un sacco di amministratori ipocriti e baciapile), fu varata proprio una nuova forma contrattuale, specificatamente per i gay, l’astrumonio. Gli eterosessuali contraevano matrimonio, gli omosessiali astrumonio; un uomo e una donna si sposavano, due uomini o due donne si strumavano.

Una coppia di lesbiche che conosco a Dementia, Contessa e Luchessa, decise immediatamente di regolarizzare il rapporto che le legava, dopotutto convivevano felicemente da anni: le due contrassero astrumonio davanti a Livornolio, sindaco della loro città. Una coppia etero di loro amici, Francesco e Massimiliana, che a loro volta convivevano da anni – stavano addirittura comprando casa assieme – ma non avevano per il momento intenzione di sposarsi, si chiese per quale motivo non potesse contrarre astrumonio a sua volta: dopotutto l’articolo 3 della Costuzione di Dementia recita che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge – proprio come in Italia, dove tuttavia questo articolo ha un valore quasi sacro, non di ostacolo al razzismo di stato, e nessuno si sognerebbe di disattenderlo. I due fecero allora ricorso allo stato Demente per discriminazione e la Corte Costituzionale diede loro ragione: se una coppia omosessuale può contrarre astrumonio, allora, in virtù del principio di uguaglianza, anche una coppia eterosessuale può farlo.

Contessa e Luchessa, saputo della sentenza, partirono alla carica: fecero a loro volta causa allo stato Demente sostenendo che, se questo riconosceva ufficialmente la loro unione, consentiva loro di strumarsi e permetteva, in ottemperanza all’articolo 3 della Costituzione, anche agli eterosessuali di sfruttare la medesima forma contrattuale per regolarizzare il loro rapporto, allora, per lo stesso ragionamento impedire ad una coppia di gay di contrarre matrimonio era a sua volta discriminatorio. La Corte Costituzionale di Dementia, un’istituzione impegnata a fare quel che può per arginare il mare di idiozie e scempiaggini prodotte da Governo e Parlamento dementi, in assoluto le due entità più incompetenti di uno stato ridicolo (non come in Italia, dove il potere legislativo e quello esecutivo sono esercitati da persone onorate e competenti con sacro rispetto della Costituzione e della dignità umana dei cittadini), diede loro ragione. Fu così, mediante una procedura barocca e arzigogolata, che Dementia raggiunse il mondo civile in termini di diritti delle persone omosessuali – d’altra parte la soluzione semplice e diretta non risiede a Dementia. Molto restava da fare, in tanti altri ambiti, ma un passo fondamentale era stato compiuto.

Ovviamente si tratta di una storia di fantasia. A Dementia quasi nessuno pensa seriamente di introdurre l’astrumonio, né nessuna altra forma di unione per gli omosessuali, perché gli amministratori dementi, e pure cialtroni già che ci siamo, sanno benissimo dove va a parare un discorso del genere, e nessuno vuole indisporre le gerarchie ecclesiastiche – anzi, c’è chi pensa di organizzare corsi di preghiera per guarire i gay. Mica come in Italia, dove le libertà civili rivestono un ruolo importantissimo per tutti (l’Italia d’altra parte è stata la prima ad offrire asilo politico ad Assange e Snowden, al contrario dei paesi europei che hanno addirittura chiuso lo spazio aereo per costringere ad atterrare un volo che si sospettava trasportasse il whistleblower della NSA), e nessuno si sogna di rompere le palle agli altri su argomenti privati come il sesso della persona con cui hanno scelto di condividere la vita.

Che dire? Meno male che viviamo in Italia!

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Il buono, il brutto, il cattivo, l’ipocrita e il cialtrone

12 lunedì Gen 2015

Posted by In Bocca Al Lupo Express in Ciarlare a vanvera, Un mondo di cialtroni

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Anders Behring Breivik, Assange, Cameron, Charlie Hebdo, democrazia, Edward Snowden, fondamentalismo, fondamentalismo islamico, Francia, Gasparri, Hollande, ipocrisia, islamofobia, Je suis Charlie, JeSuisCharlie, jihad, Julian Assange, libertà, libertà di stampa, Obama, Parigi, razzismo, Salvini, Santanchè, satira, Snowden, stampa, terrorismo, Ucraina, violenza

Alcune considerazioni sparse sugli eventi degli ultimi giorni, che, per chi ha vissuto con la testa sotto la sabbia, tanta sabbia, hanno incluso una sparatoria nella redazione di un giornale francese, alcuni commenti degni del Miniver orwelliano, qualche bomba carta contro alcune moschee, due battaglie con ostaggi e negoziazioni tipo film americano ed una imponente manifestazione nel centro di Parigi con oligarchi, dittatori, golpisti e compagnia cantante a celebrare la bellezza della libertà d’opinione finché resta fuori dal proprio orticello.

1. In relazione agli eventi di Charlie Hebdo, si continua a parlare di atti terroristici. Io non la vedo così: i fondamentalisti hanno identificato un nemico, sono entrati, hanno fatto fuoco e sono venuti via. È stato un blitz, quindi possiamo parlare di atto di guerra o di attentato di stampo mafioso, ma il terrorismo fondamentalista finora è sempre stato una cosa diversa. Forse le BR, on’organizzazione terrorista ma soprattutto eversiva, avevano un approccio simile.

2. Il giorno dopo, qualche brava persona ha pensato di prendersela con le moschee in Francia: ecco, questo invece somiglia al terrorismo fondamentalista.

3. Due giorni dopo, i reduci dell’attentato sono andati a cercare la morte prendendosela con persone scelte a casaccio. Anche questo ricorda molto più da vicino il terrorismo jihadista.

4. In Italia, gente che non fa altro che polemizzare con la stampa, che chiede ed auspica la chiusura di trasmissioni televisive, ora si erge a paladina della libertà di opinione. Daniele Luttazzi e Sabina Guzzanti ricordano ancora qualcosa a qualcuno?

5. Sciacallaggio di prim’ordine per gente come Salvini e Gasparri, che sfruttano la tragedia per fare campagna elettorale contro immigrati e musulmani in genere: poi escono le notizie e si scopre che il poliziotto ucciso era musulmano e che nel minimarket parigino un islamico ha salvato un certo numero di ostaggi chiudendoli nella cella frigorifera. Immagino che la vergogna per certa gente sia impossibile, ma almeno per quelli che li seguono?

6. La Santanchè dice di voler pubblicare in Italia le vignette di Charlie Hebdo. Le pubblicasse tutte, però, incluse quelle sulla Trinità cristiana, sul razzismo della Le Pen e sulle stragi nel Mediterraneo, non solo quelle su Maometto.

7. Ma se sono tutti così favorevoli alla libertà di stampa, cosa ci fa Julian Assange chiuso dentro l’ambasciata londinese dell’Ecuador da due anni e mezzo?

8. “Non tutti gli islamici sono terroristi, ma tutti i terroristi sono islamici”. Come Anders Behring Breivik, per esempio. O come l’IRA, l’ETA, le BR e i NAR.

9. È però vero che, per una serie di ragioni lunga quanto la Transiberiana, che l’islam ha, specialmente nei luoghi di forte scontro tra tribù ed in quelli in guerra, un forte problema di fondamentalismo. Ragione per la quale la stragrande maggioranza delle vittime del fondamentalismo islamico è composta da musulmani, i famosi musulmani moderati che tutti invocano. Di questo è meno importante parlare, però.

10. Giovedì a Roma fiaccolata davanti all’ambasciata francese. Ecco, questa è una cosa che non ho capito: l’attentato è avvenuto a Parigi, ma è stato fatto contro dei privati colpevoli di aver offeso il Corano, non di essere francesi. Confondere dei privati cittadini francesi con le istituzioni francesi è lo stesso errore che fanno i fondamentalisti quando bruciano bandiere danesi perché un giornale danese ha pubblicato vignette su Maometto.

11. Dopo gli attentati è scattata la corsa a chi chiedeva prima ai “musulmani moderati” di condannare gli eventi ed il terrorismo in genere. Che è un po’ come chiedere agli uomini di condannare gli stupratori, o magari ai tifosi di calcio di condannare gli episodi di violenza. Non ricordo intervistatori in tribuna per chiedere ai “tifosi moderati” di Palermo e Catania se condannavano l’omicidio Raciti. Il razzismo si fomenta anche così.

12. In virtù di elevatissimi principi di prudenza e di buon gusto, dopo poche ora iniziano i distinguo basati sul fatto che Charlie Hebdo pubblicava cose un po’ estreme, quindi che sì, gli attentati erano da condannare, ma il giornale aveva esagerato. Niente, non c’è verso: certe persone profondamente democratiche non capiscono proprio che difendere il diritto di esprimersi non significa necessariamente essere d’accordo con quello che viene espresso. Non capiscono nemmeno che questo genere di distinzione è alla base del fondamentalismo e che dicendo certe cose di fatto si dimostrano chiuse ed intolleranti quanto i folli che dicono di combattere.

13. Ieri imponente manifestazione per le strade di Parigi con una quarantina di capi di Stato, tra cui figuri con un curriculum di giornalisti ed oppositori perseguiti ed imprigionati, di paletti alla libertà di espressione e di frottole istituzionali per fini elettorali o in qualche altro modo privati davvero impressionante. Finché non ci si rende conto che certa gente fa parte dello stesso problema del fondamentalismo e non della soluzione, non se ne verrà mai fuori.

14. Brillavano per assenza individui come Obama, Biden e Kerry, quelli che danno la caccia a Assange e Snowden mentre appoggiano i governi di paesi come Israele e Ucraina. Ma non c’è da preoccuparsi. Questi signori non sono meno favorevoli alla libertà di stampa di gente del calibro di Cameron, Poroschenko, Netanyahu o Abu Mazen: sono solo meno ipocriti.

15. Puntuale come le tasse arriva la richiesta dei leader cosiddetti democratici di un maggiore controllo e di una maggiore sorveglianza di massa su Internet. Congratulazioni: avete capito tutto.

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L’orrore, quello vero, del rientro

03 mercoledì Set 2014

Posted by In Bocca Al Lupo Express in Ciarlare a vanvera, Un mondo di cialtroni

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Assange, bellezza, calcio, cialtroni, civiltà, giornali, giornalismo, Iraq, ISIS, Lecce, Locorotondo, mass media, Matera, media, news, notizie, Obama, Polignano A Mare, politica, Puglia, pulizia, Putin, Roma, Salento, Snowden, sporcizia, stampa, Trani, turismo, Ucraina, WikiLeaks, Wu Ming

Appena tornato da una breve vacanza in Puglia e Salento con chiusura a Matera (che, scopro, è geograficamente in Puglia, anche se amministrativamente in Basilicata), un paio di considerazioni sparse che sono stato costretto ad affrontare al mio rientro.

Per quasi una settimana lo smartphone è stato la mia principale fonte di comunicazione col mondo esterno. Da utente Twitter, che uso principalmente per fini informativi tramite canali per lo più internazionali ed indipendenti (tradotto, niente media mainstream italiani, tanto Wikileaks e dintorni più profili non precisamente allineati, spesso neanche tra loro), ho potuto apprezzare le solite fantasie della NATO sulla situazione in Ucraina, dove Poroschenko sostenuto da Obama perde e dà la colpa a Putin, i casini del governo francese, che si sposta a destra epurando chi critica la UE, il dibattito interno all’Unione Europea intorno alla possibilità di rilassare l’austerità vista la totale inefficienza della medesima nel combattere crisi e depressione, la scandalosa faccenda Assange e soprattutto, anche tramite un interessantissimo post di Wu Ming, gli sviluppi della macelleria irachena – i cabli e le rivelazioni di Snowden che dimostrano come i curdi siano ora armati dagli americani in Iraq e, almeno fino a poco tempo fa, combattuti in Turchia, che l’ISIS sia combattuto dagli USA in Iraq e, almeno fino a poco tempo fa, supportati in Siria, il tutto mentre il PKK se la sbriga abbastanza bene in solitudine a liberare intere zone controllate dai miliziani islamici nella totale indifferenza della stampa italica.

Poi uno apre il sito di un qualunque quotidiano italiano e si ritrova notizie sul gelato di Renzi, sui conti per rendere permanenti gli 80 euro che non spostano una virgola in termini di rilancio dell’economia, ed i deliri di Obama e Poroschenko riportati senza nessuna lettura critica. Il tutto mentre, dopo l’elezione di un pentapregiudicato a presidente della FIGC, è ripartito il campionato di calcio e prontamente gli arbitri fanno il comodo loro, o meglio quello dei soliti nomi, peraltro gli stessi di prima di Calciopoli. Il bello è che c’è gente che si stupisce per come vengano considerati all’estero, ma anche in Italia da parte di chi si informa, istituzioni e media italiani. Uno schifo raccapricciante.

La Puglia, dicevo. Ho girato prima nella zona adriatica, da Trani a Monopoli passando per la meravigliosa Polignano A Mare, poi Lecce e Gallipoli, quindi la risalita toccando Ostuni, Locorotondo ed Alberobello. Sorvoliamo sulla bellezza, il punto non è quello: luoghi curati, puliti, accoglienti e gente civile, gentile e disponibile. D’accordo, a volte capita di trovare le solite scritte sui muri, che stridono particolarmente sulle pareti bianche pugliesi, ma quelle le hanno anche a Montmartre, e comunque riguardano una minoranza di imbecilli che, come i cani, ma molto meno intelligenti, responsabili ed allegri, sentono la necessità di marcare il territorio coi loro pennarelli. Per il resto, strade quasi immacolate, poche anche le sigarette per terra, gente che la sera parla a volumi di voce contenuti, macchine parcheggiate ordinatamente, pochissimi i locali che fanno il tentativo di dimenticarsi la ricevuta fiscale, in generale il visitatore è trattato come una risorsa da soddisfare, non come un pollo da spennare o peggio truffare, mentre il territorio è qualcosa da sfruttare con rispetto e misura, non da spogliare e devastare, poi chissenefrega tanto pagano gli altri.

Al confronto, considerato lo stato in cui si trovano non tanto i monumenti, quanto proprio le strade del centro, Roma fa schifo. Ma schifo vero. I romani sono di un’indolenza e di una cialtroneria avvilenti e squallide. Non sono rimasto abbastanza in Puglia per giudicare quanto questo sia in qualche modo aiutato o addirittura determinato dai rappresentanti delle istituzioni: parlo della gente, della buona volontà, dell’educazione e della civiltà delle persone. Città dell’arrogantissimo nord Italia e tracotanti mete turistiche baciate dalla fama internazionale per meriti artistici trapassati, e spesso incapaci finanche di valorizzarli a dovere, dovrebbero andare ad imparare da posti come Polignano o da Locorotondo. Polignano, in particolare, è di una bellezza abbagliante, vivace e splendida sotto ogni aspetto.

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Il mostro e la coerenza

19 martedì Ago 2014

Posted by In Bocca Al Lupo Express in Ciarlare a vanvera, Un mondo di cialtroni

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Alessandro Di Battista, Assange, Balotelli, coerenza, Di Battista, Donetsk, Edward Snowden, giornalismo, guerra, guerriglia, Hamas, Il Manifesto, ISIS, José Mourinho, Julian Assange, M5S, Mario Balotelli, Movimento 5 stelle, Obama, Palestina, prostituzione intellettuale, Putin, Snowden, terrorismo, Ucraina

Una persona che modifica i suoi principi sulla base delle convenienze del momento è quello che Mourinho nel 2009 definì una prostituta intellettuale. Ma nemmeno il Vate di Setubal ebbe l’ardire di definire cosa sia un’intera nazione che fa lo stesso.

Prendiamo Mario Balotelli. Fino al 2010 giocava nell’Inter, un’Inter che causò numerose e gravissime epatopatie tra addetti ai lavori intellettualmente integerrimi, perché dimostrava come, se nessuno le avesse tenuto la testa sott’acqua con un sistema di potere illecito e fraudolento (sistema che si avvia alla terza stella di sentenze sfavorevoli in qualunque grado di giudizio, nonostante secondo i camerieri non sia mai esistito), la squadra di Moratti, Zanetti e magari anche Recoba e Simoni sarebbe stata in grado di vincere. Allora c’era la gara a chi riusciva ad esprimere in modo più convincente l’opinione che gli ululati razzisti e cori come “non esistono negri italiani”, che risuonavano contro il diciannovenne Balotelli ovunque in Italia (la Juventus riuscì a beccarsi un esposto perché i suoi tifosi intonarono il coro durante una partita di Europa League in Francia), non era razzismo. Adesso Balotelli gioca nella squadra del padrone dei mezzi di comunicazione e, secondo le stesse menti illuminate molto ben descritte da José Mourinho, è un campione dell’antirazzismo.

Prendiamo Julian Assange. Assange è il direttore di un sito che dal 2010 pubblica informazioni riservate e di pubblico interesse sul comportamento della diplomazia USA, e non solo, in giro per il mondo, e che dallo stesso anno vive recluso perché la giustizia svedese lo richiede, senza peraltro averlo mai formalmente messo sotto accusa, per un presunto illecito non meglio identificato nella sfera sessuale (la ricostruzione più credibile è il non essersi sottoposto ad un test per malattie sessualmente trasmissibili dopo un rapporto non protetto), rifiutandosi al contempo di dargli pubbliche garanzie che se si dovesse costituire non lo consegnerà alle autorità statunitensi che vogliono processarlo per spionaggio. Ricordando che una persona arguta ebbe a dire che il giornalismo è diffondere qualcosa che qualcuno non vuole si sappia, tutti bravi ad osannare Bernstein e Woodward nel caso Watergate – che scrissero cose certamente non gradite a Nixon, e che secondo buona parte della stampa italiana odierna sarebbero state inopportune perché non c’era sentenza passata in giudicato e per violazione della privacy – o la povera Anna Politkovskaia, quando poi si finisce nel gorgo il giornalista coraggioso che rivela notizie scomode diventa un terrorista.

Barack Obama ha persino il coraggio di tentare  in tutti i modi di far arrestare il whistleblower più famoso al mondo, Edward Snowden, inserendo la sua protezione tra i tanti supposti crimini commessi da Putin contro gli Stati Uniti, quando un tempo asseriva che i wistleblowers sono una risorsa importante e devono essere protetti.

Adesso tocca ad Alessandro Di Battista. Il quale è unanimemente considerato un cretino che funge da punto di riferimento per un 20% dell’elettorato composto da cretini – ricordo che quelli che invece votano Berlusconi perché credono che sia un povero perseguitato sono una forza che legittima il suo peso politico. Nei giorni passati Di Battista si è speso con la solita mezza catalanata che in Italia risulta eversiva: secondo lui, dopo decenni di ingerenze, continuare a sparare contro le organizzazioni terroristiche che si formano in Medio Oriente – in gran parte foraggiate dai paesi occidentali – è inutile, bisognerebbe interloquirci per cercare di capire cosa vogliano. Io spero che non intendesse che bisogna sedersi ad un tavolo con i delinquenti che muovono i fili di Hamas e dell’ISIS, che per lo più cercano soldi e l’annientamento di chi non la pensa come loro, quanto con chi appoggia o si arruola in dette organizzazioni per disperazione e mancanza di altri referenti che ne portino avanti le ragioni: ma anche qualora intendesse proprio questo ci sarebbe da parlarne, spiegare che ha ragione nel discorso generale e torto nel merito. Invece no: siccome Di Battista è un idiota, anche il principio deve essere squalificato.

Il problema è che farà anche comodo e sarà anche liberatorio chiamare parti rilevanti della minoranza filorussa dell’Ucraina o della popolazione palestinese terroristi, e sarà altrettanto semplice rifiutarsi di trattare con loro e bombardarli, ma una volta c’era una parte politica che esponeva l’immagine di Che Guevara, perché tra chi lanciava missili sulla popolazione e chi reagiva con atti di guerriglia stava dalla parte di questi ultimi. Lecito passare dall’altra parte, lecito anche esserci sempre stati, meno farlo per dare a uno del coglione.

E allora lode al Manifesto, non a caso giornale di parte ma non di partito, che, tra i giusti distinguo su dettagli del post del deputato pentastellato e sulla sua persona, riconosce la validità della sua posizione, ed ammette chiaramente ed amaramente come la sua sia al momento l’unica voce istituzionale con cui, in parte e su un solo argomento specifico, schierarsi. Si chiama coerenza. Uno può anche non averla, ma possiamo chiedere a Josè Mourinho come si chiama chi vende persino i suoi principi per convenienza politica momentanea.

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Alla rovescia

06 domenica Lug 2014

Posted by In Bocca Al Lupo Express in Farneticare di politica ed economia, Un mondo di cialtroni

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America, Assange, controllo, Ecuador, Edward Snowden, FreeAssangeNow, Julian Assange, NSA, Orwell, politica, politica estera, privacy, relazioni internazionali, ridicolo, schifo, Snowden, spie, spionaggio, Stati Uniti, TISA, USA, WikiLeaks

Julian AssangeAiutatemi a capire meglio questa storia.

Secondo la trasmissione televisiva, legata al servizio pubblico radiotelevisivo tedesco, Panorama, che cita fonti interne alla NSA (ma non Edward Snowden, il che suggerisce che i primi ad essere imbarazzati da quello che fa la NSA siano i dipendenti della NSA), io sarei considerato dal governo americano un potenziale estremista, eversore o terrorista semplicemente se mi informo su Linux utilizzando il forum LinuxJournal.com, anche solo se cerco informazioni sui sistemi di navigazione anonima come Tor (peraltro cofinanziato dagli USA) e sugli strumenti disponibili per la protezione della mia privacy on line. Come tale, sarei degno di attenzioni da parte dell’Agenzia per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, quale che sia la mia cittadinanza, nazionalità e posizione nel globo. Praticamente, chiunque al mondo non sia proprio entusiasta di utilizzare i prodotti dei colossi dell’informatica Apple e Microsoft col loro atteggiamento chiuso, arrogante e tendente alla schiavitù dell’utente, e non faccia salti di gioia all’idea di essere sempre tracciato e al pensiero che tutta la sua attività su internet possa essere schedata ed archiviata assieme a nome, posizione ed informazioni di contatto, è un potenziale pericolo per gli Stati Uniti d’America, e di conseguenza deve essere tenuto sotto controllo, dovunque si trovi e quale che sia lo Stato sotto le cui leggi egli ricade. Un controllo che non è mai stato in alcun modo argomento di trattative od accordi multilaterali pubblici, un controllo pertanto segreto e, nella maggior parte delle Nazioni del mondo, invasivo ed illegale.

Nel frattempo, un privato cittadino australiano durante una permanenza in Europa è stato oggetto di mandato di cattura internazionale per un comportamento non meglio precisato nella sfera sessuale (pare abbia fatto sesso non protetto e si sia poi rifiutato di sottoporsi a test per malattie sessualmente trasmissibili, ma stando alle dichiarazioni delle presunte accusatrici è tutto molto vago), senza mai esser stato formalmente messo in stato d’accusa, è da due anni rinchiuso nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra con la polizia, pagata dai contribuenti del Regno Unito per un totale ad oggi di oltre 6,7 milioni di Sterline, che piantona costantemente l’edificio, mentre la magistratura svedese si è rifiutata di andarlo ad interrogare in loco. Detto privato cittadino dall’Ecuador ha oltretutto ricevuto asilo politico, ma il governo britannico, in spregio a non so quante convenzioni internazionali, rifiuta di lasciargli raggiungere la sua patria adottiva. L’asilo politico è stato concesso in ragione del fatto che tale privato cittadino ha pubblicato su internet una certa quantità di segreti imbarazzante dell’amministrazione statunitense – ivi comprese macchinazioni per far cadere governi democraticamente eletti in paesi suppostamente alleati degli Stati Uniti, nefandezze agghiaccianti durante le operazioni belliche, trattative segrete per spogliare cittadini delle principali potenze economiche del libero accesso al maggior numero possibile di diritti e di servizi essenziali e così via – ed è pertanto formalmente richiesto dagli Stati Uniti presso più di un paese estero affinché si possa celebrare contro di lui un processo per spionaggio.

Seriamente, non ho capito molto bene. O almeno spero, perché se ho capito bene siamo al punto che Orwell era un dilettante: quindi sarebbe Julian Assange quello che ha fatto spionaggio? Sarebbe Julian Assange il pericolo per l’umanità? Sarebbe Julian Assange (assieme ad Edward Snowden) quello che mina la credibilità delle istituzioni americane? Sarebbe Julian Assange (assieme ad Edward Snowden) quello che calpesta trattati internazionali che ha sottoscritto, che raccoglie dati come un bulimico con fini di controllo e manipolazione dell’informazione e ricatto in politica estera, che fa guerre per favorire le lobby, che comanda un esercito che se ne infischia di qualunque regola di ingaggio, che finanzia ed addestra gruppi terroristici in territori stranieri salvo poi combatterli quando se li ritrova contro e che governa un Paese in cui vengono tagliati servizi essenziali come l’acqua? Mentre Barack Obama è il premio Nobel per la pace, giusto?

Vado a vomitare.

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Due anni di troppo

19 giovedì Giu 2014

Posted by In Bocca Al Lupo Express in Un mondo di cialtroni

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2years2long, asilo politico, Assange, cialtroni, diritto, due anni, Ecuador, Frattini, FreeAssangeNow, Gran Bretagna, Julian Assange, Londra, schifo, Snowden, Stati Uniti, Svezia, USA, vergogna, WikiLeaks

Ricordiamo che oggi, 19 giugno 2014, sono due anni che Julian Assange è chiuso dentro l’ambasciata ecuadoriana a Londra con la polizia di guardia fuori dal palazzo, mentre la Svezia ne richiede la cattura e la successiva consegna secondo la procedura del mandato europeo, senza averlo formalmente messo sotto processo né tanto meno condannato per nessun reato, essendo il procedimento contro di lui in fase di investigazione preliminare dall’agosto 2010 ed essendosi la giustizia svedese rifiutata di andarlo ad interrogare nell’ambasciata dove ha richiesto ed ottenuto asilo politico.

Ricordiamo che la polizia che circonda l’ambasciata ecuadoriana a Londra è pagata dai contribuenti inglesi, non risultando al momento nessun tipo di imputazione contro Julian Assange da parte del governo o della magistratura britannici, e che finora ha gravato sulle tasse dei sudditi di Elisabella II per qualcosa come sei milioni di sterline.

Ricordiamo che la convenzione internazionale del 1951 assicura al rifugiato la possibilità di raggiungere il paese che gli ha garantito asilo, che questo diritto prevarica i mandati di cattura internazionali e che l’asilo politico non può essere revocato. In altre parole, ricordiamo che gli accordi internazionali garantiscono a Julian Assange il diritto di raggiungere l’Ecuador indipendentemente dalle spade di Damocle che gli pendono sopra la testa, e che poi sta alle autorità proprietarie di dette spade, nell’occasione Svezia e Stati Uniti (che, comunque, al contrario ad esempio del Regno Unito, hanno il pur misero merito di averci messo la faccia) trattare con le autorità ecuadoriane.

Ricordiamo che, a tutt’oggi, il caso di Julian Assange, che alla fine dei conti è un problema che riguarda una sola persona, peraltro accusato dalla Svezia, oltretutto con una procedura inusuale e sulla base di accuse vaghe ed incoerenti, di non aver accettato di sottoporsi ad un test per le malattie sessualmente trasmissibili dopo un rapporto sessuale non protetto (comportamento che in Svezia è apparentemente configurabile come “stupro lieve”), ha fatto infinitamente più rumore del contenuto dei cabli pubblicati da WikiLeaks, che riguardano per lo più l’atteggiamento irrispettoso di qualunque controllo e limitazione da parte degli Stati Uniti, ivi comprese attività di spionaggio illegale, cospirazione atta a far cadere governi democraticamente eletti, casini inenarrabili e migliaia di morti in Paesi in cui gli americani non hanno titoli ad intervenire, secondo il noto principio che il problema non è il comportamento illecito, prevaricatore e violento del potente di turno, ma il fatto che certe cose si vengano a sapere. E questo indipendentemente dall’opinione che si possa avere su Assange: chiedere ad Edward Snowden per le referenze.

Ricordiamo infine che i politici italiani ogni tanto inconsapevolmente confessano: era il dicembre 2010 quando l’allora ministro degli Esteri Franco Frattini, esultando per il fermo in Inghilterra di Assange, si lasciò scappare un “era ora, per fortuna l’accerchiamento internazionale ha avuto successo”, ammettendo di fatto che Assange non era perseguito dalla gustizia di un paese a cui doveva rispondere di un reato minore, ma inseguito da mezzo mondo per motivi che difficilmente hanno a che fare coi casini di uno a cui si è rotto il preservativo mentre scopava.

Free Julian Assange now.

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