• About

In Bocca Al Lupo Express

~ "Non ci sono tante pietre al mondo!"

In Bocca Al Lupo Express

Archivi tag: Elfonía

Arjen Anthony Lucassen e gli Stream Of Passion 2: “Live in the real world”

02 martedì Apr 2013

Posted by In Bocca Al Lupo Express in Fingersi esperti di musica

≈ 1 Commento

Tag

Ambeon, Arjen Lucassen, atmosfera, Ayreon, bellezza, Bovio, buio, cantante, chitarra, chitarristi, Computer eyes, concerti, concerto, Damian Wilson, Deceiver, Diana Bovio, DVD, Elfonía, Embrace the storm, gothic rock, hard rock, Led Zeppelin, live, Live in the real world, Lori Lindstruth, Marcela Bovio, metal, musica, oscurità, passione, pathos, rock, sorelle Bovio, Star One, Stream Of Passion, The human equation, video, vocalist, voce, Waracle, youtube

Stream Of Passion - Live in the Real WorldCi eravamo lasciati con “Embrace the storm” degli Stream Of Passion. Il successivo DVD, “Live in the real world”, contiene la registrazione di uno degli ultimi concerti della susseguente tournée, tenuto in Olanda, con Lucassen a fare gli onori di casa. Sul palco c’è il line-up degli Stream Of Passion completato da Diana Bovio, sorella di Marcela, splendida seconda voce e intrigante pantalone di pelle ed ombelico a vista. Ospite per un paio di pezzi, il cantante Damian Wilson, già collaboratore di Ayreon in passato.

È curioso che sia stato registrato per la pubblicazione video uno show tenuto in un locale così piccolo. Le immagini di conseguenza sono quello che sono – per lo più scure, un aspetto che ben si sposa con l’atmosfera sonora – mentre la qualità audio è davvero impressionante. L’aneddotica del tour riporta che in occasione del concerto di Brescia la band abbia dovuto far arrivare di corsa una parte dell’attrezzatura dall’estero: gli organizzatori non pensavano che un gruppo con un seguito ridotto utilizzasse tecnologie così avanzate. La solita figura da cialtroni.

La band esegue diversi pezzi (7 su 12) da “Embrace the storm”, alternandoli a brani di Ayreon ed a frammenti da due ulteriori progetti paralleli di Lucassen, Ambeon e Star One. Per quello che riguarda le canzoni degli Stream Of Passion, i musicisti sul palco sono nella formazione ideale per suonarli al meglio, e l’aggiunta di una seconda voce più alta, sensuale e quasi lolitesca, funziona benissimo, aggiungendo un che di erotico a tutta la faccenda – ascoltarsi per conferma il travolgente ritornello di “Deceiver”, nell’ultima ripetizione con Marcela che estende il finale di strofa e Diana che richiama l’attenzione su di sé con delle note acute prese quasi in modo stridulo: da saltarle addosso subito. Tavolta la struttura del brano originario mal si adatta ad un concerto rock di una certa potenza: ad esempio, il sussurrato di “Haunted” non può essere riprodotto fedelmente, perché l’amplificazione che necessita la voce di Marcela sarebbe stata insufficiente a renderlo udibile sopra la musica; i frammenti vengono dunque accelerati e interpretati con un parlato drammatico, dando un’idea di fretta e necessità di fuga opprimente e claustrofobica. Magnifica.

Quando si tratta di altri pezzi di Lucassen, c’è innanzitutto da dire come questi si riprenda la chitarra solista, lasciando a Lori la ritmica ed eventualmente la seconda voce nei fraseggi. Inoltre, i brani sono stati passati per un adattamento che permettesse un’interpretazione intensa, scura e drammatica, soprattutto alla superlativa Marcela.

Così, ecco “Waracle”, lenta, solenne e cupa, con un ritornello di enorme e bellissima quanto quasi insopportabile intensità tragica, in cui le due sorelle tratteggiano momenti in cui è difficile scindere il piacere dell’ascolto dal senso di oppressione dato dalla musica rumorosa e invadente, dove le vittime di guerra e la maledizione all’uomo che le scatena vibrano e rimangono tuttavia strozzate in gola a causa della totale assenza di momenti liberatori. Ecco “Computer eyes”, che si sviluppa su ritmi veloci e coinvolgenti, mentre Marcela e Diana duettano creando un pathos drammatico, sensuale e rutilante letteralmente dal nulla su una melodia semplice, chiarendo molto esplicitamente perché uno come Lucassen si sia innamorato di loro, anche se solo a livello artistico – io dopo quell’interpretazione mi sarei innamorato di loro in toto. Ecco “Day three: pain”, da “The human equation”, in cui le Bovio interpretano quasi tutte le parti, inclusi i growls della rabbia, con un esito sorprendente, diverso da quello della versione su disco, ma perfettamente integrato nell’atmosfera dello show, che regala alcuni momenti di pura passione.

Dopo “Out in the real world”, in cui Marcela presenta i membri della band ed emerge il clima di grande divertimento e collaborazione che regna sul palco, le stentoree “The castle hall” e “Into the black hole” (entrambe con Damian Wilson), chiusa da un accenno di “Cold metal” rumoroso e soffocante, ed un’intelligente reinterpretazione di “When the leeve breaks” dei Led Zeppelin, chiude il concerto “Day eleven: love”, di nuovo da “The human equation”, anche questa cantata per lunghi tratti dalle sorelle Bovio, che, con un atteggiamento ammiccante e vagamente provocante, fanno desiderare a chi le guarda di trovarsi in mezzo a loro in quel momento per godere dell’energia sensuale che sprigionano con la voce – e possibilmente rimanere con loro anche dopo lo show.

Un concerto eccezionale. Punto.

Un appunto sull’esecuzione: Lucassen lo conosciamo tutti. Davy Mickers è un batterista mostruoso. Lori Lindstruth è superlativa, tecnica, veloce, duttile ed emozionante. Ma sono le sorelle Bovio a lasciare a bocca aperta: Diana è puntuale nel controcanto, strepitosa e sensuale come solista, mentre Marcela è semplicemente incredibile. Precisa e impeccabile come su disco e completamente travolgente – amore, sesso, passione, malinconia, oscurità, intensità tragica. Quasi da averne paura.

Condividi:

  • Facebook
  • Twitter
  • LinkedIn
  • Tumblr
  • E-mail

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Arjen Anthony Lucassen e gli Stream Of Passion 1: “Embrace the storm”

26 martedì Giu 2012

Posted by In Bocca Al Lupo Express in Fingersi esperti di musica

≈ 1 Commento

Tag

Arjen Lucassen, Ayreon, CD, Elfonía, Embrace the storm, gothic rock, hard rock, Lori Lindstruth, Marcela Bovio, metal, musica, Out in the real world, progressive, rock, Stream Of Passion, The human equation

Stram of Passion - Embrace the StormGli Elfonía erano una band messicana di art/progressive rock, formata da membri molto dotati tecnicamente. Tra di essi figurava una vocalist, Marcela Bovio, dotata di grandissimo talento ed impressionanti mezzi tecnici ed espressivi.

Una decina di anni fa gli Elfonía giunsero alle orecchie di Arjen Anthony Lucassen, musicista olandese, inventore e solo gestore del progetto Ayreon: un’entità musicale concepita nella prima metà degli anni novanta, le cui pubblicazioni sono concept album ed opere rock di stampo progressive metal, realizzate con grande profusione di ospiti in special modo vocali, di notevoli complessità musicali ed esecutive e piuttosto originali anche dal punto di vista lirico.

Detto in altre parole, Lucassen è una di quelle persone a cui va stretta la definizione di genio.

Dopo aver ascoltato Marcela Bovio, Lucassen decise di affidarle una parte nell’opera rock che stava realizzando come Ayreon, “The human equation”. La struttura narrativa prevedeva la presenza di due “scene”, e Lucassen fece quello che avrebbe fatto un fan: diede a Marcela un ruolo che gli avrebbe permesso di duettare con lei. Successivamente, soddisfatto dei risultati, le propose di reinterpretare “Waracle”, un brano originariamente contenuto nel primo album di Ayreon, per un’edizione speciale del medesimo.

Terminata la lavorazione, quello che è uno dei più importanti musicisti hard rock e metal internazionale fondò una band per realizzare un album di hard/gothic rock e farlo cantare interamente alla Bovio: un caso lampante di cotta artistica. Ne nacquero gli Stream Of Passion, che debuttarono nel 2006 con il disco “Embrace the storm”. Nel progetto venne inserita anche Lori Lindstruth, chitarrista tecnicamente preparatissima, a cui il compositore, virtuoso dello strumento, lasciò il ruolo di solista. E le cotte artistiche sono due.

L’album è incentrato su una base strumentale hard rock con basso, batteria, chitarra, pianoforte – suonato da un altro membro degli Elfonía, Alejandro Millán – ed occasionalmente archi, scura e musicalmente varia e brillante, al servizio delle due soliste. La registrazione è stata fatta con grande cura ed attenzione, in particolare la sezione ritmica ha una sonorità piena, che risulta sia piacevole all’ascolto che funzionale a disegnare atmosfere e scenografie, ove necessario claustrofobiche e quasi oppressive

Il disco, di qualità elevatissima, è un vero gioiello di gothic rock, in cui vengono toccate moltissime corde del genere.

Si parte in realtà con due pezzi quasi spiazzanti: “Spellbound”, dopo un inizio soffocato e cupo, si rivela melodicamente complessa e inaspettata, percorsa da intense ed improvvise esplosioni sonore, mentre in “Passion” strofe morbide e leggiadre si alternano a momenti pomposi ed in un ritornello arioso e liberatorio, che diventa, nel finale, frenetico e quasi qualcosa di opprimente da cui si cerca di fuggire. L’album è poi formato da alcuni pezzi con un elevato numero di battute, talvolta travolgenti – come “Deceiver” ed il finale “Calliopeia”, in cui l’atmosfera dark è demandata a dei bassi potenti e ad un cantato drammatico – talvolta enfatici e scuri – come la title track e “Out in the real world”, dove invece i tratti malinconici vengono enfatizzati dalla scelta delle tonalità e dagli archi – spezzano una predominanza di brani più lenti.

Si spazia da ballate tristi e dimesse come “I’ll keep on dreaming” e “Nostalgia”, a canzoni con un ritmo strozzato e trattenuto per dare un senso di claustrofobia e di voglia di fuggire, come nella dilaniante “Open your eyes” e in “Wherever you are”. Tra le canzoni lente merita una menzione specifica “Haunted”, in cui le strofe sussurrate in una strumentazione gelida, incalzante ed angosciante suggeriscono una necessità di nascondersi, mentre i ritornelli iniziano con un piglio deciso, quasi a volersi invece affermare, per finire con agghiaccianti, strazianti grida d’aiuto, durante le quali è veramente difficile rimanere in silenzio e non accompagnare Marcela nel suo urlo di disperazione – “make it stop!”, con una nota finale lunga e dilaniante. In realtà questa è una sensazione che, man mano che i contenuti emotivi dei disco vengono interiorizzati, ci si accorge essere distribuita lungo diverse canzoni: si percepisce il senso di oppressione quasi in gola, e davvero si avverte la necessità di accompagnare le improvvise e catartiche grida liberatorie.

Marcela e Lori dividono la scena con sfoggio – ma non ostentazione – di tecnica fuori dal comune e con un pathos potente e drammatico, ma mai banale o forzato; dimostrano inoltre una duttilità impressionante. È anche difficile percepirla in modo chiaro, tanta è la naturalezza con cui si muovono attraverso selve di note, passando da un registro all’altro, lasciando a chi ascolta la necessità di fermarsi un attimo per capire davvero quello che è arrivato – al di là di discorsi sull’estetica, la brillantezza esecutiva e la bellezza di voci, suoni e singoli brani.

Per chi ama il genere, un must.

Condividi:

  • Facebook
  • Twitter
  • LinkedIn
  • Tumblr
  • E-mail

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Articoli recenti

  • Granato @ Wishlist, Roma, 18/01/2018
  • Irlanda
  • Come i leghisti con i profughi
  • Stipendio
  • Lourdes

Unisciti ad altri 92 follower

Archivi

In Bocca Al Lupo Espress su Twitter

I miei Cinguettii

Gallerie

  • Albi
  • Arles e Tarascon
  • Assisi
  • Attorno a Fort William
  • Avignone
  • Borders abbeys, Scozia
  • Carcassonne
  • Concorso fotografico Radio Rock / Sabatini
  • Edimburgo
  • Finalmente la primavera
  • Fori Imperiali in inverno
  • Gubbio e Perugia
  • In giro per le Highlands settentrionali
  • Inverness, loch Ness e Urquhart castle
  • Isola di Skye, Inner Hebrides
  • Mantova e Ferrara
  • Matera
  • Narbonne e Béziers
  • Passeggiata di fine dicembre ai Fori Imperiali
  • Piazza Venezia, Campidoglio e Foro di Traiano
  • Pisa e Lucca
  • Polignano A Mare
  • Primo weekend di saldi
  • Salento e Puglia meridionale
  • Secondo weekend sotto la neve a Roma
  • Sopra e sotto Ponte Garibaldi
  • Un sabato primaverile di fine febbraio
  • Una magnifica giornata di settembre
  • Urbino e dintorni
  • Verso san Bonaventura al Palatino
  • Weekend sotto la neve a Roma
  • Western Highlands ed Eilean Donan Castle

Following

  • Al di là del buco
  • Arancio e blu
  • Arjen Lucassen
  • Bauscia Cafè
  • Bauscia su Twitter
  • Bricolage
  • Circolo degli Artisti
  • Dalle 8 alle 5
  • Ectophile
  • Emilie Autumn
  • Fabbrica Inter
  • Fatto quotidiano
  • Garfiend
  • Interistiorg
  • Italian prog
  • KEXP
  • Keynes blog
  • La Civetta sul comò
  • La tana dei goblin
  • Leo Ortolani
  • Makkox
  • Meteo AM
  • Musica parliamone
  • Off license
  • Paolo Attivissimo
  • Photoshop disasters
  • Pippo Civati
  • Projekt: darkwave
  • Recordstore
  • Repubblica
  • Santa Cecilia
  • Solo frammenti
  • Spinoza
  • Transmission

Meta

  • Registrati
  • Accedi
  • Flusso di pubblicazione
  • Feed dei commenti
  • WordPress.com

Blog su WordPress.com.

Annulla
loading Annulla
L'articolo non è stato pubblicato, controlla gli indirizzi e-mail!
Verifica dell'e-mail non riuscita. Riprova.
Ci dispiace, il tuo blog non consente di condividere articoli tramite e-mail.
Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: