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L’orrore, quello vero, del rientro

03 mercoledì Set 2014

Posted by In Bocca Al Lupo Express in Ciarlare a vanvera, Un mondo di cialtroni

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Assange, bellezza, calcio, cialtroni, civiltà, giornali, giornalismo, Iraq, ISIS, Lecce, Locorotondo, mass media, Matera, media, news, notizie, Obama, Polignano A Mare, politica, Puglia, pulizia, Putin, Roma, Salento, Snowden, sporcizia, stampa, Trani, turismo, Ucraina, WikiLeaks, Wu Ming

Appena tornato da una breve vacanza in Puglia e Salento con chiusura a Matera (che, scopro, è geograficamente in Puglia, anche se amministrativamente in Basilicata), un paio di considerazioni sparse che sono stato costretto ad affrontare al mio rientro.

Per quasi una settimana lo smartphone è stato la mia principale fonte di comunicazione col mondo esterno. Da utente Twitter, che uso principalmente per fini informativi tramite canali per lo più internazionali ed indipendenti (tradotto, niente media mainstream italiani, tanto Wikileaks e dintorni più profili non precisamente allineati, spesso neanche tra loro), ho potuto apprezzare le solite fantasie della NATO sulla situazione in Ucraina, dove Poroschenko sostenuto da Obama perde e dà la colpa a Putin, i casini del governo francese, che si sposta a destra epurando chi critica la UE, il dibattito interno all’Unione Europea intorno alla possibilità di rilassare l’austerità vista la totale inefficienza della medesima nel combattere crisi e depressione, la scandalosa faccenda Assange e soprattutto, anche tramite un interessantissimo post di Wu Ming, gli sviluppi della macelleria irachena – i cabli e le rivelazioni di Snowden che dimostrano come i curdi siano ora armati dagli americani in Iraq e, almeno fino a poco tempo fa, combattuti in Turchia, che l’ISIS sia combattuto dagli USA in Iraq e, almeno fino a poco tempo fa, supportati in Siria, il tutto mentre il PKK se la sbriga abbastanza bene in solitudine a liberare intere zone controllate dai miliziani islamici nella totale indifferenza della stampa italica.

Poi uno apre il sito di un qualunque quotidiano italiano e si ritrova notizie sul gelato di Renzi, sui conti per rendere permanenti gli 80 euro che non spostano una virgola in termini di rilancio dell’economia, ed i deliri di Obama e Poroschenko riportati senza nessuna lettura critica. Il tutto mentre, dopo l’elezione di un pentapregiudicato a presidente della FIGC, è ripartito il campionato di calcio e prontamente gli arbitri fanno il comodo loro, o meglio quello dei soliti nomi, peraltro gli stessi di prima di Calciopoli. Il bello è che c’è gente che si stupisce per come vengano considerati all’estero, ma anche in Italia da parte di chi si informa, istituzioni e media italiani. Uno schifo raccapricciante.

La Puglia, dicevo. Ho girato prima nella zona adriatica, da Trani a Monopoli passando per la meravigliosa Polignano A Mare, poi Lecce e Gallipoli, quindi la risalita toccando Ostuni, Locorotondo ed Alberobello. Sorvoliamo sulla bellezza, il punto non è quello: luoghi curati, puliti, accoglienti e gente civile, gentile e disponibile. D’accordo, a volte capita di trovare le solite scritte sui muri, che stridono particolarmente sulle pareti bianche pugliesi, ma quelle le hanno anche a Montmartre, e comunque riguardano una minoranza di imbecilli che, come i cani, ma molto meno intelligenti, responsabili ed allegri, sentono la necessità di marcare il territorio coi loro pennarelli. Per il resto, strade quasi immacolate, poche anche le sigarette per terra, gente che la sera parla a volumi di voce contenuti, macchine parcheggiate ordinatamente, pochissimi i locali che fanno il tentativo di dimenticarsi la ricevuta fiscale, in generale il visitatore è trattato come una risorsa da soddisfare, non come un pollo da spennare o peggio truffare, mentre il territorio è qualcosa da sfruttare con rispetto e misura, non da spogliare e devastare, poi chissenefrega tanto pagano gli altri.

Al confronto, considerato lo stato in cui si trovano non tanto i monumenti, quanto proprio le strade del centro, Roma fa schifo. Ma schifo vero. I romani sono di un’indolenza e di una cialtroneria avvilenti e squallide. Non sono rimasto abbastanza in Puglia per giudicare quanto questo sia in qualche modo aiutato o addirittura determinato dai rappresentanti delle istituzioni: parlo della gente, della buona volontà, dell’educazione e della civiltà delle persone. Città dell’arrogantissimo nord Italia e tracotanti mete turistiche baciate dalla fama internazionale per meriti artistici trapassati, e spesso incapaci finanche di valorizzarli a dovere, dovrebbero andare ad imparare da posti come Polignano o da Locorotondo. Polignano, in particolare, è di una bellezza abbagliante, vivace e splendida sotto ogni aspetto.

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Sulla pelle di 300 persone

24 giovedì Lug 2014

Posted by In Bocca Al Lupo Express in Farneticare di politica ed economia, Un mondo di cialtroni

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America, Buk, Carlos, Donetsk, guerra, Kiev, Malaysian airlines, manipolazione, MH17, news, notizie, Obama, Prohoshenko, Putin, Russia, servizi segreti, social media, Stati Uniti, Ucraina, WikiLeaks

Cominciamo dall’inizio: per chi se lo fosse perso, giovedì 17 luglio un aereo della Malaysian Airlines, volo MH17, precipita a est di Donetsk, nel territorio dell’Ucraina orientale, attualmente conteso tra il governo centrale ucraino ed i ribelli filorussi – quelli che secondo l’intero mondo occidentale dovrebbero farsi sottomettere da un’amministrazione nazionale di simpatie naziste, che li discrimina, li bombarda e rade al suolo intere città attribuendo poi la responsabilità delle esplosioni a dei condizionatori d’aria. Molto rapidamente si scopre che non si è trattato di un incidente, ma che l’aereo è stato abbattuto. Immediatamente la responsabilità viene appioppata ai ribelli, e per estensione a Vladimir Putin, quello che siccome si preoccupa della sorte della minoranza russa e di vite umane che vengono spezzate da bombardamenti folli e indiscriminati è un despota e deve essere emarginato, mentre Obama che mette bocca nella qualsiasi, e non si preoccupa che nel suo paese ci sono migliaia di famiglie a cui viene deliberatamente tagliata la fornitura dell’acqua, lo fa per esportare democrazia.

Vladimir Putin ed i ribelli filorussi chiedono che si indaghi sulle dinamiche del disastro, mentre i media occidentali sembrano tutti più o meno coincidere sulla versione di comodo: sono stati quelli che il governo americano ed il regime di Kiev stanno tentando di far passare per terroristi. Una tizia del Dipartimento di Stato statunitense durante una conferenza stampa arriva a citare il buon senso e l’analisi dei contenuti sui social media come prove a carico. Nel frattempo, non sono chiarissimi né la disponibilità né il dispiegamento della tecnologia per abbattere un volo a 10000 metri di quota – Obama dice che ai ribelli l’ha fornita Putin senza spiegare come o quando, il Guardian sostiene di aver visto un lanciamissili in grado di farlo nelle loro mani, ora loro stessi ammettono di averla ma non si sa se funziona, mentre nessuno sta davvero approfondendo il dettaglio che detti lanciamissili sono sicuramente in dotazione all’esercito ucraino, ma le voci relative al fatto che siano posizionati nella zona divergono (Kiev asserisce che non servono perché i ribelli filorussi non hanno aerei, il sito rt.com e le autorità russe affermano il contrario). E poi iniziano ad avvenire strane cose.

La prima è che viene fuori che l’aereo è stato di fatto dirottato dal controllo traffico aereo ucraino: a differenza degli ultimi 10 voli sulla medesima rotta, che erano stati fatti transitare in un corridoio più meridionale, il volo MH17 è stato indirizzato – secondo più voci, tra cui quella della medesima Malaysian Airlines, con un ordine apposito – più a nord, esattamente sopra la zona di guerra, oltretutto con l’apparentemente inutile ordine accessorio di ridurre l’altitudine a circa 2000 piedi sotto la finestra nella quale normalmente viaggiano i voli intercontinentali. La seconda è che le registrazioni dei dialoghi tra la torre di controllo e la cabina non sono state rese pubbliche, come avviene da prassi, ad esempio come nel recente caso dell’aereo scomparso nel nulla sopra l’Oceano Indiano qualche mese fa: sono state sequestrate e secretate dall’Ucraina. La terza è che compaiono dei tweet in spagnolo, pubblicati da un account non più esistente, attribuiti ad un tale Carlos che lavorerebbe nella torre di controllo di Kiev, che descrivono una serie di eventi inquietante, culminata con l’irruzione dell’esercito nella torre pochi minuti dopo lo schianto – tizio a cui non è tuttavia possibile assegnare un’identità e che al momento risulterebbe volatilizzato o, più verosimilmente, mai esistito, almeno con le credenziali sbandierate. La quarta è che la Russia inizia a parlare con insistenza di un caccia ucraino che scortava il volo MH17 a 3-5 km di distanza e che, caso strano, può raggiungere per brevi periodi proprio i 33000 piedi ma non i 37000, mentre Kiev smentisce, gli USA sostengono di avere le prove a suffragio di Kiev ma rifiutano di mostrarle, la BBC pubblica e poi ritira un video in cui due testimoni in due città diverse sostengono di averlo visto e Wikileaks segnala un video datato 18 giugno in cui una miliziana filorussa denuncia una situazione pressoché identica ed accusa il governo ucraino di cercare deliberatamente la catastrofe. La quinta è un’opportuna e tempestiva quanto non verificabile intercettazione resa pubblica dai servizi ucraini, in cui due tizi comunicano in russo e parlano dell’aereo civile appena abbattuto, assieme ad un caccia ucraino – quello che secondo Kiev non esiste.

In altre parole, fino a qui, la versione ucraino-americana poggia su autocertificazione, buon senso, social media, prove fumose e sul mantra che Putin è uno stronzo e sicuramente ostacolerà le indagini, quella russa sull’autodifesa e su un puzzle complicato e cervellotico. Poi ci sono parecchi indizi a sostegno del fatto che le cose non siano andate in modo molto lineare, dettaglio che collima meglio con la versione di chi dubita, anche se non necessariamente con i dubbi di Mosca. Ad esempio, se si fosse voluto provocare un disastro mediaticamente molto forte per giustificare bombardamenti sulla popolazione civile, spedire un aereo passeggeri sopra una zona di guerra controllata dai ribelli con una contraerea pesante e sopra la quale solitamente non transitano rotte commerciali, facendolo oltretutto scortare da un caccia, possibilmente da vicino per confondere i radar civili, sarebbe stato davvero un’ottima strategia – folle, ma ottima. Ma queste sono solo ipotesi.

Attendiamo fiduciosi indagini e sviluppi. Come per Ustica.

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Alla rovescia

06 domenica Lug 2014

Posted by In Bocca Al Lupo Express in Farneticare di politica ed economia, Un mondo di cialtroni

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America, Assange, controllo, Ecuador, Edward Snowden, FreeAssangeNow, Julian Assange, NSA, Orwell, politica, politica estera, privacy, relazioni internazionali, ridicolo, schifo, Snowden, spie, spionaggio, Stati Uniti, TISA, USA, WikiLeaks

Julian AssangeAiutatemi a capire meglio questa storia.

Secondo la trasmissione televisiva, legata al servizio pubblico radiotelevisivo tedesco, Panorama, che cita fonti interne alla NSA (ma non Edward Snowden, il che suggerisce che i primi ad essere imbarazzati da quello che fa la NSA siano i dipendenti della NSA), io sarei considerato dal governo americano un potenziale estremista, eversore o terrorista semplicemente se mi informo su Linux utilizzando il forum LinuxJournal.com, anche solo se cerco informazioni sui sistemi di navigazione anonima come Tor (peraltro cofinanziato dagli USA) e sugli strumenti disponibili per la protezione della mia privacy on line. Come tale, sarei degno di attenzioni da parte dell’Agenzia per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, quale che sia la mia cittadinanza, nazionalità e posizione nel globo. Praticamente, chiunque al mondo non sia proprio entusiasta di utilizzare i prodotti dei colossi dell’informatica Apple e Microsoft col loro atteggiamento chiuso, arrogante e tendente alla schiavitù dell’utente, e non faccia salti di gioia all’idea di essere sempre tracciato e al pensiero che tutta la sua attività su internet possa essere schedata ed archiviata assieme a nome, posizione ed informazioni di contatto, è un potenziale pericolo per gli Stati Uniti d’America, e di conseguenza deve essere tenuto sotto controllo, dovunque si trovi e quale che sia lo Stato sotto le cui leggi egli ricade. Un controllo che non è mai stato in alcun modo argomento di trattative od accordi multilaterali pubblici, un controllo pertanto segreto e, nella maggior parte delle Nazioni del mondo, invasivo ed illegale.

Nel frattempo, un privato cittadino australiano durante una permanenza in Europa è stato oggetto di mandato di cattura internazionale per un comportamento non meglio precisato nella sfera sessuale (pare abbia fatto sesso non protetto e si sia poi rifiutato di sottoporsi a test per malattie sessualmente trasmissibili, ma stando alle dichiarazioni delle presunte accusatrici è tutto molto vago), senza mai esser stato formalmente messo in stato d’accusa, è da due anni rinchiuso nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra con la polizia, pagata dai contribuenti del Regno Unito per un totale ad oggi di oltre 6,7 milioni di Sterline, che piantona costantemente l’edificio, mentre la magistratura svedese si è rifiutata di andarlo ad interrogare in loco. Detto privato cittadino dall’Ecuador ha oltretutto ricevuto asilo politico, ma il governo britannico, in spregio a non so quante convenzioni internazionali, rifiuta di lasciargli raggiungere la sua patria adottiva. L’asilo politico è stato concesso in ragione del fatto che tale privato cittadino ha pubblicato su internet una certa quantità di segreti imbarazzante dell’amministrazione statunitense – ivi comprese macchinazioni per far cadere governi democraticamente eletti in paesi suppostamente alleati degli Stati Uniti, nefandezze agghiaccianti durante le operazioni belliche, trattative segrete per spogliare cittadini delle principali potenze economiche del libero accesso al maggior numero possibile di diritti e di servizi essenziali e così via – ed è pertanto formalmente richiesto dagli Stati Uniti presso più di un paese estero affinché si possa celebrare contro di lui un processo per spionaggio.

Seriamente, non ho capito molto bene. O almeno spero, perché se ho capito bene siamo al punto che Orwell era un dilettante: quindi sarebbe Julian Assange quello che ha fatto spionaggio? Sarebbe Julian Assange il pericolo per l’umanità? Sarebbe Julian Assange (assieme ad Edward Snowden) quello che mina la credibilità delle istituzioni americane? Sarebbe Julian Assange (assieme ad Edward Snowden) quello che calpesta trattati internazionali che ha sottoscritto, che raccoglie dati come un bulimico con fini di controllo e manipolazione dell’informazione e ricatto in politica estera, che fa guerre per favorire le lobby, che comanda un esercito che se ne infischia di qualunque regola di ingaggio, che finanzia ed addestra gruppi terroristici in territori stranieri salvo poi combatterli quando se li ritrova contro e che governa un Paese in cui vengono tagliati servizi essenziali come l’acqua? Mentre Barack Obama è il premio Nobel per la pace, giusto?

Vado a vomitare.

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Due anni di troppo

19 giovedì Giu 2014

Posted by In Bocca Al Lupo Express in Un mondo di cialtroni

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2years2long, asilo politico, Assange, cialtroni, diritto, due anni, Ecuador, Frattini, FreeAssangeNow, Gran Bretagna, Julian Assange, Londra, schifo, Snowden, Stati Uniti, Svezia, USA, vergogna, WikiLeaks

Ricordiamo che oggi, 19 giugno 2014, sono due anni che Julian Assange è chiuso dentro l’ambasciata ecuadoriana a Londra con la polizia di guardia fuori dal palazzo, mentre la Svezia ne richiede la cattura e la successiva consegna secondo la procedura del mandato europeo, senza averlo formalmente messo sotto processo né tanto meno condannato per nessun reato, essendo il procedimento contro di lui in fase di investigazione preliminare dall’agosto 2010 ed essendosi la giustizia svedese rifiutata di andarlo ad interrogare nell’ambasciata dove ha richiesto ed ottenuto asilo politico.

Ricordiamo che la polizia che circonda l’ambasciata ecuadoriana a Londra è pagata dai contribuenti inglesi, non risultando al momento nessun tipo di imputazione contro Julian Assange da parte del governo o della magistratura britannici, e che finora ha gravato sulle tasse dei sudditi di Elisabella II per qualcosa come sei milioni di sterline.

Ricordiamo che la convenzione internazionale del 1951 assicura al rifugiato la possibilità di raggiungere il paese che gli ha garantito asilo, che questo diritto prevarica i mandati di cattura internazionali e che l’asilo politico non può essere revocato. In altre parole, ricordiamo che gli accordi internazionali garantiscono a Julian Assange il diritto di raggiungere l’Ecuador indipendentemente dalle spade di Damocle che gli pendono sopra la testa, e che poi sta alle autorità proprietarie di dette spade, nell’occasione Svezia e Stati Uniti (che, comunque, al contrario ad esempio del Regno Unito, hanno il pur misero merito di averci messo la faccia) trattare con le autorità ecuadoriane.

Ricordiamo che, a tutt’oggi, il caso di Julian Assange, che alla fine dei conti è un problema che riguarda una sola persona, peraltro accusato dalla Svezia, oltretutto con una procedura inusuale e sulla base di accuse vaghe ed incoerenti, di non aver accettato di sottoporsi ad un test per le malattie sessualmente trasmissibili dopo un rapporto sessuale non protetto (comportamento che in Svezia è apparentemente configurabile come “stupro lieve”), ha fatto infinitamente più rumore del contenuto dei cabli pubblicati da WikiLeaks, che riguardano per lo più l’atteggiamento irrispettoso di qualunque controllo e limitazione da parte degli Stati Uniti, ivi comprese attività di spionaggio illegale, cospirazione atta a far cadere governi democraticamente eletti, casini inenarrabili e migliaia di morti in Paesi in cui gli americani non hanno titoli ad intervenire, secondo il noto principio che il problema non è il comportamento illecito, prevaricatore e violento del potente di turno, ma il fatto che certe cose si vengano a sapere. E questo indipendentemente dall’opinione che si possa avere su Assange: chiedere ad Edward Snowden per le referenze.

Ricordiamo infine che i politici italiani ogni tanto inconsapevolmente confessano: era il dicembre 2010 quando l’allora ministro degli Esteri Franco Frattini, esultando per il fermo in Inghilterra di Assange, si lasciò scappare un “era ora, per fortuna l’accerchiamento internazionale ha avuto successo”, ammettendo di fatto che Assange non era perseguito dalla gustizia di un paese a cui doveva rispondere di un reato minore, ma inseguito da mezzo mondo per motivi che difficilmente hanno a che fare coi casini di uno a cui si è rotto il preservativo mentre scopava.

Free Julian Assange now.

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